Cenni storici - Associazione Culturale Olivadese

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Cenni storici

Sull'origine di Olivadi non si hanno notizie certe né reperti documentali. L'ipotesi più accreditata è quella secondo cui la fondazione di Olivadi sarebbe da collocarsi tra il IX e il X secolo, ad opera di religiosi provenienti dalla vicina Squillace in fuga dalle persecuzioni successive alla lotta iconoclasta, promossa nel 720 da Leone III l'Isaurico. I fenomeni derivanti dall'editto dell'imperatore bizantino si protrassero per oltre un secolo e videro importanti flussi migratori che, da Costantinopoli, ripararono sulle coste della Calabria (secolare, facile e tradizionale approdo per popolazioni greche in uscita dalla madrepatria) e dalle coste verso le zone interne, poco abitate e molto ubertose. Importanti segni (il culto per il profeta Elia, per i santi Nicola e Giorgio, lo stesso nome dato alla località) rimandano e confermano la tesi di un'origine greco-bizantina.
Almeno a partire dalla conquista normanna della Calabria (1060), Olivadi fece parte del feudo di Squillace - come uno dei suoi casali - seguendone le sorti di appartenenza; per il lungo periodo normanno-svevo-angioino, il feudo fu una Contea ed ebbe numerosi titolari, non tutti ben documentati, con diversa estensione territoriale.
Successivamente, con gli Aragona, il feudo - come Ducato - fu dei Marzano, ai quali venne poi tolto perché "ribelli". Nel 1483 Ferrante d'Aragona concesse il feudo al figlio secondogenito Federico con il titolo di Principe.
Come Principato passò per via di matrimonio ai Borgia, che lo tennero dal 1494 al 1729. Dopo un periodo durante il quale fu demanio della Corona, il feudo (Marchesato) venne venduto nel 1754 ai de Gregorio, che lo tennero fino al 2 agosto 1806, data della legge sull'eversione della feudalità emanata dai conquistatori francesi.
Al momento dell'acquisto da parte di Leopoldo de Gregorio, lo "Stato" di Squillace era costituito da Squillace e da 7 casali: Amaroni, Borgia (già Palagorio), Centrache, Olivadi, Palermiti, Sant'Elia (Vallefiorita), Stalettì.
Le comunità feudali - compresi i casali - (Università dei cittadini), avevano una loro amministrazione "comunale" (Regimento dell'Università), con competenze, composizione e modalità elettive diverse a seconda della grandezza e quindi anche della composizione sociale della "Terra" o "Luogo" (sinonimi di Università).
Un casale come Olivadi aveva un sindaco ed un "eletto", che venivano eletti annualmente dal "Parlamento" dei capifamiglia convocati in piazza, alla presenza del Governatore o Capitano di Giustizia, in rappresentanza del feudatario.
Nel 1807, l'Università di Olivadi venne inserita nel Governo di Gasperina.
Il decreto del 4 maggio 1811 diede un assetto definitivo alle 14 province del Regno di Napoli e confermò Olivadi nel Distretto di Catanzaro, Circondario di Gasperina, unitamente ai "Comuni" di: Centrache, Montauro, Montepaone, Petrizzi, Soverato.


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